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Un nuovo inizio

C’erano in quella regione, alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Non stavano di certo facendo la veglia di Natale. Stavano svegli per vivere, per guadagnarsi da vivere. Per salvarsi.

Imprevisto

Non lasciamolo un racconto magico e distante. Capitano gli sconvolgimenti nella vita, in quella di tutti, come è capitato qualcosa all’inizio della vita di Gesù che Matteo ha tentato di raccontare. È complesso il racconto e di sicuro non vuole essere una semplice biografia (non usiamo anche noi immagini per tentare di raccontare il senso di grandi snodi passati?)… Ma di sicuro sotto possiamo trovare la traccia storica di uno sconvolgimento vissuto e intuito poi come un’occasione, l’occasione della vita.

Scommessa

Siamo verso la fine dell’anno (liturgico), e il Vangelo ci accompagna a confrontarci con tutte quelle esperienze che sanno di fine nella vita, e che tenderemmo ad evitare. Perché nella crisi siamo nudi. Esposti.

Sorpresa

Cosa capita dopo la morte? È una domanda tosta. Una delle cose più difficili da immaginare, e giudicata anche spesso e volentieri anche marginale quando le cose van bene, anche nella nostra fede. E invece proprio qua ci giochiamo il senso. Della vita anche. Da come guardiamo a questo limite, a cui tutti arriviamo.

Drammi o avventure?

Chi è un santo? Dicevano in risposta a questa domanda i ragazzi di III media: uno che fa del bene, che crede tanto in Dio, che si comporta bene… Gente brava insomma, che ha particolari virtù. E decisamente poco affascinante. Davvero sono questi i santi? Proviamo a lasciarci convertire dalla Parola di Dio di oggi.

A vele spiegate

Il Figlio dell’uomo, quando tornerà, troverà la fede sulla terra? È la domanda provocatoria (di quelle di cui Gesù è appassionato), con cui si è chiuso il Vangelo di domenica scorsa, e che apre quello di oggi. Domande che ci spingono alla radice: cos’è la fede? Cosa stiamo cercando qui? I due uomini del Vangelo di oggi rappresentano due modi di stare davanti a Dio.

Giocare sporto

La strana parabola di oggi, che Gesù si è inventato per provocarci, ci fa riscoprire tutti economi. Ci spinge un po’ ad ammettere che non si vive idealmente, ma realmente. Così una comunità ha bisogno di gestione, economia. Una famiglia ne ha bisogno. La mia vita. Non si vive a caso. Non bastano i bei pensieri.

Possibilità

Condividevo con un amico i giorni scorsi (nell’amicizia brilla la vita) come la misericordia sia lo spazio inaspettato che Dio ti riapre davanti, la possibilità che ti viene immeritatamente ridata. Da un Dio che salva la storia di sottobanco, sempre a partire da dove siamo e non da dove dovremmo essere. Un Dio che mi immagino passare il tempo a inventarsi strade nuove per accompagnarmi alla vita, con creatività, per questo resta sempre il nostro Creatore.

Cosa ti accende?

Capita di coltivarci l’immaginario di una fede fatta di belle parole, per una morale infondo noiosa che ti accompagna nell’attesa di arrivare in una specie di casa di riposo celeste. Con l’idea di Gesù come un bambino prodigio nato imparato e diventato una specie di supereroe che non si è mai davvero sforzato di vivere. Da qui deriva che andare in parrocchia è stare buoni, tranquilli e al sicuro.

Spartiacque

È uno spartiacque nel vivere la fede, la Pentecoste. Prima Dio lo si incontrava nel tempio, nella legge, nell’osservanza dei comandamenti. Poi, con la nascita di Gesù, in un uomo, che ha vissuto un rapporto straordinario con Dio, che gli ha fatto vivere una vita straordinaria, di un’intensità pazzesca. Poi, con la Pentecoste, in ogni uomo e donna: lo Spirito ha fatto casa in ogni uomo e donna.