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Al passato, grazie!
Al futuro, sì!

Abbracciami

Gesù parola viva e vera
Sorgente che disseta e cura ogni ferita
Ferma su di me i tuoi occhi
La tua mano stendi e donami la vita

RIT: Abbracciami Dio dell’eternità
Rifugio dell’anima grazia che opera
Riscaldami fuoco che libera
Manda il tuo Spirito Maranathà Gesù


Gesù asciuga il nostro pianto
Leone vincitore della tribù di Giuda
Vieni nella tua potenza questo cuore sciogli
Con ogni sua paura

RIT

Per sempre io canterò la tua immensa fedeltà
Il tuo spirito in me in eterno ti loderà
Per sempre io canterò la tua immensa fedeltà
Il tuo spirito in me in eterno ti loderà RIT: Abbracciami Dio dell’eternità
Rifugio dell’anima grazia che opera
Riscaldami fuoco che libera
Manda il tuo Spirito Maranathà Gesù



Lc 24,13-35

Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.


Riflessione

Uomini nella difficoltà: se ne vanno da Gerusalemme. Occasioni di relazione sprecate?

Conversano sull’accaduto, forse superficialmente (mai come in questo momento anche noi facciamo così, col Covid). In questo parlare, con delicatezza, si affianca Gesù, senza scalpori. Bello provare a riconoscere quando quest’anno si è affiancato a noi senza che ce ne accorgessimo. Gesù non si impone, ma si propone: alla fine entra nella loro storia, in intimità, perché invitato. E cambia gli occhi.

Tornano a Gerusalemme e non raccontano più fatti, cronologia, ma Verità: tornano e raccontato che è vivo.

Proviamo a fare memoria di quest’anno. Raccontando a Lui le fatiche. Provando a ricordare anche i momenti in cui Lui si è affiancato a noi. E chiediamogli di restare.


Fil 4,12-13

So vivere nella povertà come so vivere nell’abbondanza; sono allenato a tutto e per tutto, alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e all’indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza.


Riflessione

“Sono allenato a tutto e per tutto”. Sembra che S. Paolo sia bravo solo lui, che con tutto quelle che ha passato niente possa più perturbarlo. Poco importa che debba dormire su un letto di chiodi o un materasso di piume. Tra prigione, persecuzioni, successi e insuccessi ha messo su una scorza di indifferenza spessa così.

Ma non è indifferenza. E’ certezza che in qualsiasi cosa, buona o cattiva che sia, se ha il coraggio di di provarci può trovarci dentro Dio, colui che gli dà forza.

Se ripenso a questo mio anno scopro che nessuna delle difficoltà che mi sono capitate, e che lì per lì mi hanno appesantito, ha messo su di me la parola “fine”. Anzi, mi scopro contento e grato per le cose belle che ho visto e sentito e per le persone che ho potuto conoscere.

Desidero fare memoria di questo per allenarmi, come S. Paolo, a riconoscere sempre più “in diretta” (e non solo a fine anno) che dietro le cose c’è qualcuno che mi vuole bene.

“Tutto posso in Colui che mi da la forza”. Proviamo a ripeterci questo versetto, come una piccola litania.


TU SEI LA FORZA

Proprio quando sono qui con Te
Tu vinci per me le mie battaglie
Proprio quando sono qui con Te
Tu vinci per me le mie infermità
   
In Te, Dio, io trovo la forza
Per non gettare la spugna
Perché Cristo ha donato il Suo sangue
In Te, Dio, io trovo la forza
Per non gettare la spugna
Perché Cristo è in me

RIT: Tu sei la forza nella debolezza
Sei la speranza del cuore mio
Tu sei la certezza in un mondo che è senza
Tu sei il mio Dio, non dubito


Proprio quando sono qui con Te
Tu vinci per me le mie battaglie
Proprio quando sono qui con Te
Tu vinci per me le mie infermità
   
In Te, Dio, io trovo la forza
Per non gettare la spugna
Perché Cristo ha donato il Suo sangue
In Te, Dio, io trovo la forza
Per non gettare la spugna
Perché Cristo è in me

RIT

E se Gesù, Tu sei con me
Chi sarà contro di me?
Se Tu Gesù, sarai con me
Io vincerò comunque (x4)

Tu sei la forza nella debolezza
Sei la speranza del cuore mio
Del cuore mio

RIT


Gv 15,5-13

Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici.


Riflessione

A capodanno si fanno dei buoni propositi per l’anno nuovo che viene. Ci fissiamo degli obiettivi e speriamo che realizzarli ci renderà più felici. Ma Gesù in questo Vangelo ci dice che solo l’amore può compiere la nostra vita, può dare alla vita quella pienezza di gioia che il nostro cuore cerca da sempre. Non importa se ci scontriamo con il fatto che non siamo capaci di amare fino a donare ciò che pensiamo ci dia vita, che da soli non ce la facciamo. È perché il nostro cuore ama veramente solo se è unito al Suo. Lasciamo che Gesù abiti nel nostro cuore, per sperimentare la forza del Suo Amore.


Ef 2,8-10

Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Riflessione

Contro la tendenza a “meritarsi tutto”, che ci impone la società, è bello riconoscere come le cose belle quest’anno sono successe per grazia, come un dono. Come abbiamo sentito nel brano appena letto il Signore ha già preparato qualcosa per noi e noi siamo chiamati a starci dentro. Sono le opere buone che Lui ha pensato per noi, giuste per noi, quelle che solo noi possiamo fare. Possiamo provare a vivere al Suo ritmo: è bello così scoprire la bellezza sotto tutto quello che viviamo. Siamo chiamati a dire a quello che Lui ha preparato per noi, con fiducia. Diventando così strumento nelle sue mani.


Preghiera semplice di S. Francesco:

O Signore, fa di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa ch’io porti amore,

dove è offesa, ch’io porti il perdono,

dove è discordia, ch’io porti la fede,

dove è l’errore, ch’io porti la Verità,

dove è la disperazione, ch’io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti la gioia,

dove sono le tenebre, ch’io porti la luce.

O Maestro, fa che io non cerchi tanto:

ad essere compreso, quanto a comprendere.

ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché:

se è dando, che si riceve:

perdonando, che si è perdonati;

morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

Amen


LODE AL NOME TUO

Lode al nome tuo dalle terre più floride
Dove tutto sembra vivere lode al nome tuo
Lode al nome tuo dalle terre più aride
Dove tutto sembra sterile lode al nome tuo

RIT: Tornerò a lodarti sempre per ogni dono tuo
E quando scenderà la notte sempre io dirò
Benedetto il nome del Signor
Lode al nome tuo
Benedetto il nome del Signor
Il glorioso nome di Gesù.

Lode al nome tuo quando il sole splende su di me
Quando tutto è incantevole
Lode al nome tuo
Lode al nome tuo quando io sto davanti a te
Con il cuore triste e fragile
Lode al nome tuo

Tornerò a lodarti sempre per ogni dono tuo
E quando scenderà la notte sempre io dirò

Benedetto il nome del Signor
Lode al nome tuo
Benedetto il nome del Signor
Il glorioso nome di Gesù
Tu doni e porti via
Tu doni e porti via
Ma sempre sceglierò di benedire te